La mia ricerca ritrattistica si fonda sull’idea che l’essenza di una persona non si esaurisca nei suoi tratti somatici, ma viva in ciò che quegli stessi tratti evocano. Uno sguardo, una piega del volto, la tensione di un gesto possono raccontare più di mille dettagli iperrealistici. Il ritratto diventa allora un’opera che cerca la verità poetica, non la copia.
Attraverso l’argilla, il bronzo, la pietra o la ceramica, il volto prende forma nel suo dialogo silenzioso con l’artista: non si tratta di replicare, ma di ascoltare. Di dare corpo non solo a una fisionomia, ma a una presenza.
Per questo ogni ritratto firmato Violi è il risultato di un incontro: con la materia, con la memoria, con l’anima della persona che si vuole celebrare. Che si tratti di un’opera commemorativa, affettiva